Coppia di vasi Laveno SCI Giorgio Spertini
Ceramiche
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Nato a Laveno Giorgio Spertini lavora, agli inizi del Novecento, come decoratore, presso la "S.C.I." (Società Ceramica Italiana) di Laveno.
Alcuni suoi lavori, rari esempi di ceramica Liberty italiana, sono presentati alla Mostra di Arti Decorative di Milano del 1906.
Nella sala Casanova Scotti del Museo della Ceramica di Cerro è conservato un suo vaso liberty in ceramica smaltata blu e montatura in metallo dorato.

S.C.I.

Fondata a Laveno nel 1856 da Severino Revelli ed alcuni ex dipendenti della manifattura "Richard" di Milano, tra cui Carnelli e Caspani, la "S.C.I." (Società Ceramica Italiana) inizia la sua attività come produttrice di piastrelle da rivestimento e terraglie fini da tavola di imitazione inglese.
Nel 1883 assume forma di società anonima e ottiene i primi succesi a numerose mostre nazionali.
Nel 1895 viene a capo dell'azienda il cavalier Luciano Scotti e grazie al suo intuito e alle sue doti imprenditoriali la fabbrica, in pochi anni, raggiunge un impensabile sviluppo.
In quegli anni escono dallo stabilimento di Laveno alcuni pezzi in stile Liberty firmati da Giorgio Spertini, autore di eleganti creazioni a "colpo di frusta" degni di nota.


Nel 1906 la "S.C.I." presenta numerose opere alla Mostra Internazionale di Arti Decorative di Milano.
Altri colaboratori di inizio secolo sono Silvio e Piero De AmbrosisFelice Palucco e i fratelli Marco e Luigi Raggiori.
Ma è nel 1923 che, sotto la direzione di Guido Andlovitz, la manifattura raggiunge il massimo della sua fama e nel 1925 ottiene una grande affermazione alla II Biennale di Monza.laveno-spertini

Andlovitz, che collaborerà con la manifattura per quasi quarant'anni, applica alla produzione il principio di serialità, tanto inutilmente invocato da Giò Ponti alla "Richard-Ginori", adottando tipi di decorazione che, sebbene a stampo e/o decalcomania, mantengono comunque una loro indiscutibile eleganza.
Nel 1924 la "Società Ceramica Revelli" si consorzia con la "S.C.I.", il sodalizio proseguirà fino al 1932 e vedrà l'azienda di Franco Revelli occuparsi delle terraglie e porcellane da tavola per conto della "S.C.I.".
Dal 1925 nei cataloghi della fabbrica iniziano a comparire stoviglie e vasellami in porcellana.
Nel 1927 la ditta è presente alla III Biennale di Arti Decorative di Monza.
Tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta collabora con la "S.C.I." la decoratrice Daniela Ferretto.
All'inizio del 1932 la manifattura ha in gestione due stabilimenti: quello di Laveno, che, con oltre 1300 dipendenti, produce terraglie forti, servizi da tavola e ceramiche artistiche e quello di Verbano, che occupa circa 400 persone e che produce, oltre a ceramiche per l'industria elettrotecnica, ottime porcellane da tavola.
La produzione viene commercializzata nei negozi di Roma, Genova e Napoli realizzati per la ditta, su progetto dello stesso Andlovitz.
Nella metà degli anni Trenta, tra gli altri, collaborano con la "S.C.I." le decoratici Ada Corsi e Ida Fonini.
Dal 1936 al 1940 la direzione artistica della manifattura viene affidata allo scultore e modellatore Angelo Biancini.sci-laveno-vaso-guido-andlovitzNel 1939 nello stabilimento di Laveno lavorano circa 1300 persone e nel 1951 circa 2300.
Negli anni tra le due guerre fra i collaboratori della fabbrica ricordiamo Sirio TofanariGigi Regnati e Michele Saponaro.
Dal 1940 alla fine degli anni '50 la carica di direttore artistico torna nuovamente ad essere ricoperta da Guido Andlovitz.
Poco dopo la fine della II guerra mondiale alla "S.C.I." viene assunta, giovanissima, Antonia Campi e dopo poco Andlovitz, accorgendosi del suo innato talento, la chiama a progettare articoli, da inserire nella serie "Fantasia", nella sezione Ufficio Artistico.
Dal 1949 al 1970, la Campi è autrice di quasi 300 oggetti che la rendono protagonista della ceramica italiana e presto è chiamata, su invito dello stesso Andlovitz, ad assumere la carica di direttrice artistica della manifattura.
Dagli anni Cinquanta tra i collaboratori della manifattura ricordiamo la pittrice Leonor Fini e i decoratori Angelo Ruffoni e Giuseppe Talamoni.
La "S.C.I." di Laveno chiude e viene assorbita dalla "Richard-Ginori" nel 1965.
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